Andrea Caretto e Raffaella Spagna concepiscono l'arte come una forma di ricerca, un modo libero di investigare le dimensioni multiple della realtà. Essi generano installazioni complesse, che presentano allo stesso tempo l'indagine, lo studio, la dimostrazione e la sperimentazione del rapporto con l'ambiente. Che si tratti di installazioni, azioni collettive, performance o sculture, i loro lavori sono sempre il risultato di un processo relazionale, che emerge dalla complessa rete di rapporti che gli autori stabiliscono con differenti elementi (organici, inorganici, viventi) dell'ambiente in cui operano.
Collaborano stabilmente dal 2002 esponendo in istituzioni pubbliche e private in Italia e all'estero; vivono e lavorano a Torino.
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Presentazione opera Caretto e Spagna
Mutando Riposa_Larix X Abies è un'installazione formata da grosse ceppaie di abete rosso e assi grezze di larice che prende forma al bordo di un vasto prato, situato in un'area di transizione tra l'abitato di Ponte di Legno e le estese foreste del Parco dell'Adamello. Un bosco di abeti secolari, denominato Pecceta di val Sozzine, si affaccia sull'area; la natura di "parco pubblico informale" di quest'area, ci induce ad immaginare uno spazio da usare, da abitare. I materiali provengono dal sito stesso ed in un medio lasso di tempo potranno "ritornare in circolo" nel loro ambiente di provenienza. L'installazione prende forma gradualmente senza seguire schemi predeterminati: le ceppaie costituiscono le nuove radici per la costruzione che "cresce" adattandosi alle caratteristiche tecniche e formali dei materiali a disposizione. Accanto a questo ambiente, uno scavo accoglie azioni, eventi ed incontri, per dissotterrare le tracce di un legame intimo con la propria natura ancestrale che la città di Ponte di Legno, prima stazione sciistica d'Italia e dedita in buona parte al turismo, sembra avere in parte dimenticato.
I sette artisti under 35 sono stati selezionati mediante bando dal comitato scientifico di aperto_, sulla base di 60 domande pervenute. Dopo due sopralluoghi di studio in giugno, tra il 14 e il 30 luglio gli artisti risiedono stabilmente nei sette comuni per lavorare, mediante attività di ricerca e sperimentazione in loco, alle loro opere.
Vive e lavora a Torino; il suo lavoro si incentra sullo studio della partizione di strutture, che attraverso l'utilizzo contemporaneo della trasformazione dei materiali trova forma in opere installative.
Presentazione opera Ariaudo
L'intervento, dal titolo Logos tu Stauros, ruota attorno ad un'imponente e degradata croce presente sulla sommità del Dòs de le Barbine - storico promontorio semi abbandonato adiacente il centro di Vione – che, circondata di narrazioni in contraddizione tra di loro, riassume in sè una stratificazione di storie significative del passato della Valle. Quasi accettata per abitudine, la croce si radica nell'immaginario e nella memoria dei singoli come una elemento scenografico a contorno di scene di vita avvenute in quel luogo, con valenza tanto religiosa che sociale. Il progetto trova il proprio incipit in un percorso di sottrazione dell'elemento croce, nato da un rapporto di commissione artistica instaurato con l'amministrazione di Vione: partendo da un paesaggio che quasi rigetta quell'elemento, l'artista tenta di farlo entrare in un processo di trasformazione e dispersione attraverso una dinamica relazionale. Da questo gesto di restituzione simbolica, nasce la volontà di aprire un dialogo sulle nuove possibilità di fruizione del luogo.
Vive e lavora a Milano. Nella sua ricerca l'opera oscilla tra il luogo della sua origine e il momento della sua definizione. Nel suo stadio finale, essa continua autonomamente il processo immaginifico del suo determinarsi.
Presentazione opera Magaraggia
Il lavoro formalizza il potenziale emerso dai sopralluoghi e dalle attività di ricerca svolte in collaborazione con la realtà locale e la sua comunità. Il progetto Apoptosi sviluppa una ricerca sull'oggetto e sulle sue possibili connotazioni e declinazioni a partire da un accumulo di materiale raccolto durante il periodo di residenza. L'apoptosi è un processo fisiologico di morte autodeterminata di alcune cellule, messo in atto da un organismo; procedura irreversibile e geneticamente determinata, preposta al controllo e alla gestione della singola cellula. Nel processo di realizzazione del lavoro il materiale iniziale è sottoposto a continue modifiche e contaminazioni fino al raggiungimento di uno stadio autonomo in cui non è più possibile aggiungere o togliere alcun elemento. Durante la sua residenza Magaraggia ha interagito con il comune di Vezza d'Oglio, organizzando un incontro pubblico per presentare la sua ricerca e confrontarla con gli approcci creativi degli artisti del paese.
Vive e lavora in provincia di Milano; artista filmmaker e fotografa esplora e indaga il significato di "naturale" nella società contemporanea. Attraverso analisi e rielaborazione delle idee di natura, dei concetti culturali, delle rappresentazioni locali, fa emergere l'attrazione ancestrale dell'umanità per il mondo non umano.
Presentazione opera Porrati
Sono due i lavori che Porrati presenta a conclusione della sua residenza a Ponte di Legno: Belvedere Videoproiezione HD Formato Schermo 16:9 Area di Proiezione: 302x214 cm
"Le piante non si misurano in un arido e mero funzionalismo, ma le loro forme si sviluppano secondo logica e adattamento e con la loro forza primordiale spingono ogni cosa a ottenere la più alta forma artistica."
Karl Blossfeldt
Belvedere è un'imponente installazione video realizzata su di una grande superficie in legno nascosta tra gli abeti a lato di una cascata. Nel lavoro filmico si susseguono forme algide e perfette, forme biomorfe magnificate, dettagli di fauna, misteriose creature botaniche. Si tratta di vari dettagli tratti da una collezione di manufatti artigianali realizzati da un'intagliatone ed esperto alpinista, che esplora la geometria assolutamente reale della materia organica, attraverso composizioni simmetriche e armoniose. L'installazione instaura un gioco di sguardi dove l'ambiente esterno è oggetto, nella sua sintesi geometrica resa col legno, della rappresentazione filmica.
L'altra opera è una serie di sei bassorilievi dal titolo L'impero del sole. L'oggetto dei disegni preparatori dell'artista sono quei raggi di luce che, tra le nuvole, colpiscono i versanti delle montagne, creando delle macchie chiare transitorie sul paesaggio montano. I disegni vengono quindi trasposti su una serie di tavole di legno ed elaborate a basso rilievo, rendendo soggetto dell'intaglio un'astrazione quasi concettuale, invece dell'usuale rappresentazione figurativa del dato di natura. Una volta terminata la serie sarà in esposizione nella vetrina dello sculture Antonio Sandrini, esecutore tecnico della serie.
Vive e lavora a Genova e Berlino. Natura, tradizione, desiderio e assenza sono tematiche centrali nella sua ricerca. Le sue opere, con forti componenti installative e performative, utilizzano spesso materiali grezzi e fisici come dispositivi che attivano meccanismi assopiti nella memoria.
Presentazione opera Tripodina
Moorschneehuhn è un'azione collettiva composta grazie all'interazione con alcuni musicisti di bande locali, nella quale strumenti e ritmi primitivi dialogheranno con i deboli suoni della foresta, registrati su nastri magnetici incisi dall'artista nelle sue visite ai boschi del paese di Incudine. L'azione è una cerimonia svolta attorno alla ricostruzione di simboli e antiche strutture provenienti dalla memoria della Valle, nella quale gli strumenti e i costumi sono prodotti artigianalmente dall'artista stesso come trasformazione della forma del legno, visto qui come estensione del proprio corpo.
Le tracce restanti della performance avranno così il compito di reinnescare la memoria collettiva attraverso la partecipazione.
Vive e lavora a Venezia. Realizza progetti in cui l'istanza sociale, intesa come premessa al fare artistico, e l'elemento relazionale, inteso come componente strutturale dell'opera, fanno cortocircuito nella messa in discussione di identità e linguaggio.
Presentazione opera Trivelli
Co de ros (un Pater Noster e dieci Avemarie) conduce sul percorso della via Valleriana, fra Temù e Vione, lungo una strada rurale a mezza costa, oggi semi abbandonata. Chiara Trivelli utilizza il dispositivo dell'audio guida per sperimentare la possibilità di un percorso attraverso la memoria della Valle, che colleghi tra di loro due musei storico-etnografici che raccontano di due epoche diverse del territorio camuno. L'opera va oltre la funzione didascalica e, disattivando la possibilità di un'immersione totale nella natura, propone un transitare inteso come continuo scarto tra l'azione del camminare e quella di ricostruzione della memoria.
Vive e lavora a Torino, da alcuni anni svolge una ricerca artistica che indaga il rapporto tra cambiamenti sociali e territorio urbano.
Presentazione opera Veneziano
La fine del mondo e il paese delle meraviglie nasce in stretta relazione con l'amministrazione comunale di Edolo e si caratterizza come un lavoro che ruota attorno la figurazione delle storie degli abitanti del quartiere, scolpite, da Milena Berta e da artigiani locali, su due tronchi presenti in un'area pubblica. L'intervento si fonda sulla relazionalità intessuta dall'artista con le narrazioni ed il vissuto degli abitanti del paese. Un secondo intervento, dal titolo Rumore bianco, prevede invece la realizzazione di una struttura in legno per un'area pubblica comunale, che possa interpretare il senso e la tecnologia dei grandi lavori idroelettrici che hanno caratterizzato la storia recente di Edolo e dell'intera Valle Camonica.
Vive e lavora a Bergamo. La sua ricerca mira ad indagare e a mettere in discussione i confini che identificano spazio pubblico-privato e comunità-individuo, attraverso progetti che si sviluppano sul territorio e con chi lo abita.
Presentazione opera Zanchi
La rocca per filare la lana è vista da Zanchi come uno strumento capace di racchiudere in sé le tradizioni della tessitura e del legno, tipiche della comunità di Monno. Stramadécc (espressione dialettale che significa l'incontro ed il chiacchiericcio tra parenti e amici che si teneva nelle stalle durante le serate invernali) si attiva attorno all'incontro dell'artista con una vecchia tradizione locale e al conseguente coinvolgimento degli abitanti affinché ognuno di loro costruisca una propria rocca, a dimensione umana, una accanto all'altra, a riportare visibile quella coralità comunitaria che l'espressione significava.